Appendix, B.

From: Woman in the Nineteenth Century (1845)
Author: S. Margaret Fuller
Published: Greeley & McElrath 1845 New York

B.

  I give this, in the original, as it does not bear translation. Those who read Italian will judge whether it is not a perfect description of a perfect woman.

LODI E PREGHIERE A MARIA.

Vergine bella che di sol vestita,
Coronata di stelle, al sommo Sole
Piacesti si, che‘n te sua luce ascose;
Amor mi spinge a dir di te parole:
Ma non so ‘ncominciar senza tu’ sita,
E di Colui che amando in te si pose,
Invoco lei che ben sempre rispose,
Chi la chiamò con fede.
Vergine, s’a mercede
Miseria extrema dell’ smane cose
Giammai ti volse, al mio prego t’inchina:
Soccorri alla mia guerra;
Bench’ i’ sia terra, e tu del ciel Regina.

Vergine saggia, e del bel numero una
Delle beate vergini prudenti;
Anzi la prima, e con più chiara lampa;
O saldo scudo dell’ afflitte gente
Contra colpi di Morte e di Fortuna,
Sotto’ l qual si trionfa, non pur scampa:
O refrigerio alcieco ardor ch’ avvnmpa
Qui fra mortali sciocchi,
Vergine, que’ begli occhi
Che vider tristi la spietata stampa
Ne’ dolci membri del tuo caro figlio,
Volgi al mio dabbio stato;
Che sconsigliato a te vien per consiglio.

Vergine pura, d’ogni parte intera,
Del tuo parto gentil figliuola e madre;
Che allumi questa vita, e l’altra adorni;
Per te il tuo Figlio e quel del sommo Padre,
O finestra del ciel lucente altera,
Venne a salvarne in su gli estremi giorni,
E fra tutt’i terreni altri soggiorni
Sola tu fusti eletta,
Vergine benedetta;
Che ‘l pianto d’ Eva in allegrezza torni’;
Fammi; che puoi; della sua grazia degno,
Senza fine o beata,
Già coronata nel superno regno.

Vergine santa d’ogni grazia piena;
Che per vera e altissima umiltate
Salisti al ciel, onde miei preghi ascolti;
Tu partoristi il fonte di pietate,
E di giustizia il Sol, che rasserena
Il secol pien d’errori oscuri e folti:
Tre dolci e eari nomi ha’ in te raccolti,
Madre, Figliuola, e Sposa;
Vergine gloriosa,
Donna del Re che nostri lacci ha sciolti,
E fatto ‘l mondo libero e felice;
Nelle cui sante piaghe
Prego ch’appaghe il cor, vera beatrice.

Vergine sola al mondo aenza esempio,
Che ‘l ciel di tue bellezze innamorasti,
Cui nè prima fu simil, nè seconda;
Santi pensieri, atti pietosi e casti
Al vero Dio sacrato, e vivo tempio
Fecero in tua virginita feconda.
Per te può la mia vita esser gioconda,
S’ a’ tuoi preghi, o MARIA.
Vergine dolce, e pia,
Ove ‘l fallo abbondò, la grazia abbonda,
Con le ginocchia della mente inchine
Prego che sia mia scorta;
E la mia torta via drizzi a buon fine.

Vergine chiara, e stabile in eterno,
Di questo tempestoso mare stella;
D’ogni fedel nocchier fidata guida;
Pon mente in che terribile procella
I mi ritrovo sol senza governo,
Ed ho gia’ da vicin l’ultime strida:
Ma pur’ in te l’anima mia si fida;
Peccatrice; i’ nol nego,
Vergine: ma te prego
Che ‘l tuo nemico del mia mal non rida:
Ricorditi che fece il peccar nostro
Prender Dio, per scamparne,
Umana carne al tuo virginal christro.

Vergine, quante lagrime ho già sparte,
Quante lusinghe, e qnanti preghi indarno,
Pur per mia pena, e per mio grave danno!
Da poi ch’ i nacqui in su la riva d’ Arno;
Cercando or questa ed or quell altra parte,
Non è stata mia vita altro ch’ affanno.
Mortal bellezza, atti, e parole m’ hanno
Tutta ingombrata l’alma.
Vergine sacra, ed alma,
Non tardar; ch’ i’ non forse all’ ultim ‘ann,
I di miei piu correnti che saetta,
Fra miserie e peccati
Sonsen andati, e sol Morte n’aspetta.

Vergine, tale è terra, e posto ha in doglia
Lo mio cor; che vivendo in pianto il tenne;
E di mille miei mali un non sapea;
E per saperlo, pur quel che n’avvenne,
Fora avvenuto: ch’ ogni altra sua voglia
Era a me morte, ed a lei fama rea
Or tu, donna del ciel, tu nostra Dea,
Se dir lice, e conviensi;
Vergine d’alti sensi,
Tu vedi il tutto; e quel che non potea
Far altri, è nulla a e la tua gran virtute;
Pon fine al mio dolore;
Ch’a te onore ed a me fia salute.

Vergine, in cui ho tutta mia speranza
Che possi e vogli al gran bisogno aitarme;
Non mi lasciare in su l’estremo passo:
Non guardar me, ma chi degnò crearme;
No’l mio valor, ma l’ulta sua sembianza;
Che in me ti mova a curar d’uorm si basso.
Medusa, e l’error mio io han fatto un sasso
D’umor vano stillante;
Vergine, tu di sante
Lagrime, e pie adempi ‘l mio cor lasso;
Ch’ almen l’ultimo pianto sia divoto,
Senza terrestro limo;
Come fu’l primo non d’insania voto.

Vergine umana, e nemica d’orgoglio,
Del comune principio amor t’induca;
Miserere d’ un cor contrito umile;
Che se poca mortal terra caduca.
Amar con si mirabil fede soglio;
Che devro far di te cosa gentile?
Se dal mio stato assai misero, e vile
Per le tue man resurgo,
Vergine; è’ sacro, e purgo
Al tuo nome e pens ieri e’ngegno, e stile;
La lingua, e’l cor, le lagrime, e i sospiri,
Scorgimi al miglior guado;
E prendi in grado i cangiati desiri.

Il di a’appressa, e non pote esser lunge;
Si corre il tempo, e vola,
Vergine uuica, e sola;
E’l cor’ or conscienza, or morte punge.
Raccommandami al tuo Figliuol, verace
Uomo, e verace Dio;
Ch accolga l mio spirto ultimo in pace.

  As the Scandinavian represented Frigga the Earth, or World mother, knowing all things, yet never herself revealing them, though ready to be called to counsel by the gods. It represents her in action, decked with jewels and gorgeously attended. But, says the Mythos, when she ascended the throne of Odin, her consort (Haaven) she left with mortals, her friend, the Goddess of Sympathy, to protect them in her absence.

  Since, Sympathy goes about to do good. Especially she devotes herself to the most valiant and the most oppressed. She consoled the Gods in some degree even for the death of their darling Baldur. Among the heavenly powers she has no consort.



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